trauma e dissociazione

Trauma e dissociazione

Daniela Moschetto ci spiega la relazione tra trauma e dissociazione, due stati profondamente interconnessi.

Quali sono i meccanismi dissociativi del trauma

Nelle condizioni traumatiche i meccanismi dissociativi operano congiuntamente per fronteggiare un dolore insostenibile.

In rapporto alla gravità, all’intensità, alla ricorsività, alla vulnerabilità genetica, al sostegno sociale, alle capacità di gestione dello stress e all’età del soggetto al momento del trauma è possibile distinguere tre diverse tipologie di dissociazione strutturale della personalità.

Dissociazione primaria, secondaria e terziaria

  1. la dissociazione strutturale primaria: rappresenta la forma più semplice di divisone dissociativa della personalità in conseguenza di un singolo evento traumatico;
  2. dissociazione strutturale secondaria: esperienze traumatiche soverchianti e croniche ad esempio i casi di precoce e cronica trascuratezza emotiva possono determinare l’ulteriore scissione della parte emozionale mentre la parte apparentemente normale rimane intatta.

Questa dissociazione complessa risulta da una fallita integrazione tra vari tipi di difese che hanno differenti configurazioni psicobiologiche;

  1. dissociazione strutturale terziaria: rappresenta la forma più grave di scissione causata da traumi gravi, prolungati e precoci che comportano la scissione della parte emozionale e della parte apparentemente normale in più parti. Questa forma di dissociazione è tipica del disturbo dissociativo di identità.

Quando il trauma porta alla dissociazione patologica

Per van de Hart, Nijenhuis e Steele (2011) la dissociazione patologica ha a che fare con una divisione strutturale della personalità che permette all’individuo di mantenere i propri schemi comportamentali, cognitivi ed emotivi adattivi in una parte apparentemente normale della personalità. Quest’ultima viene distinta da una parte emozionale in cui sono depositati gli affetti e le sensazioni somatiche esperiti durante il trauma.

La componente a prima vista normale della personalità rappresenta la chiave per mantenere un controllo sulle memorie traumatiche depositate nella parte emozionale. Quando il soggetto è dominato da intense emozioni mostra un restringimento del campo di coscienza focalizzato principalmente sulle minacce provenienti dall’ambiente, da stati di alterazione fisiologica, da flashback, dall’emergere di memorie somatiche. Da qui la reazione difensiva della parte in apparenza normale dà origine a:

I sintomi dissociativi positivi e negativi

  • sintomi dissociativi negativi: tra cui abbiamo amnesia nei confronti dell’evento traumatico, ottundimento emotivo, deficit delle capacità critiche e riflessive, perdita del contatto con i propri desideri, anedonia (incapacità a provare piacere);
  • sintomi dissociativi positivi: come intrusione dei ricordi traumatici, flashback, stati di tensione fisica.

 

Nel DSM-IV-TR la classe dei disturbi dissociativi invece comprende:

  • amnesia dissociativa, caratterizzata dall’incapacità di rievocare fatti di natura traumatica;
  • fuga dissociativa, i cui sintomi comprendono l’allontanamento improvviso e inaspettato da casa o dall’abituale posto di lavoro, accompagnato da una perdita della memoria del proprio passato e da una confusione dell’identità personale;
  • disturbo di depersonalizzazione, ovvero un sentimento persistente o ricorrente di essere staccato dal proprio corpo o dai processi mentali, mentre rimane intatto il test di realtà;
  • DDI (Disturbo Dissociativo dell’Identità), ove si manifesta un disturbo da personalità multipla che presenta due o più distinte identità o stati di personalità che in modo ricorrente assumono il controllo del comportamento del soggetto;
  • Disturbo dissociativo non altrimenti specificato, in cui la dissociazione è il sintomo principale ma non vengono soddisfatti i criteri per nessun disturbo dissociativo specificato.

Gli aggiornamenti del DSM-5 su trauma e dissociazione

Dalla crescente ricerca sulle reazioni al trauma derivano una serie di modifiche nel sistema di classificazione del DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013). Nell’attuale classificazione il DPTS rientra nella nuova categoria: quella dei disturbi correlati a eventi traumatici o stressanti, in cui rientrano anche il disturbo reattivo dell’attaccamento e i disturbi dell’adattamento. I criteri diagnostici del DSM-5 comprendono quattro gruppi di sintomi: sintomi intrusivi, sintomi di evitamento, alterazioni negative di pensieri ed emozioni, alterazioni dell’arousal e della reattività. Il DSM-5 parla di sottotipo “dissociativo”, che prevede sintomi di depersonalizzazione e/o derealizzazione.

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