5 Tecniche per Aumentare l’Autoefficacia
L’identificazione dell’autostima con il senso di efficacia ha origini concettuali e metodologiche; Nella vita quotidiana l’autoefficacia conduce a “definire obiettivi ambiziosi e a perseguirli; cosi come l’autostima viene incrementata con il faticoso raggiungimento di obiettivi ambiziosi”. [1]
Erroneamente succede che, i concetti di autostima e autoefficacia vengono spesso usati come se rappresentassero lo stesso fenomeno. In realtà si parla di due concetti che definiscono cose completamente diverse, difatti “il senso di autoefficacia riguarda giudizi di capacità personale mentre l’autostima riguarda giudizi di valore personale”[2]: non esiste una relazione fra le credenze circa le proprie capacità con il fatto di piacersi o non piacersi. Per un individuo giudicandosi inefficace in una data attività non significa perdere l’autostima, soprattutto se tale attività non investe il senso del proprio valore personale; viceversa, nonostante l’elevata efficacia per una data attività non significa gloriarsi eccessivamente delle proprie prestazioni.
Albert Bandura, psicologo canadese, elabora il costrutto di Autoefficacia (self-efficacy); la teoria sociocognitiva, rappresenta il fondamento dei costrutti, efficacia personale e autoefficacia, preziosi per la spiegazione, la previsione e il cambiamento nei vari ambiti sociali; ha mostrato di essere una grande teoria della personalità capace di monitorare il suo sviluppo, il suo funzionamento e i suoi cambiamenti.
Incrementare il proprio senso di autoefficacia è indispensabile e, considerando i costrutti di Albert Bandura, sono 5 le fonti principali valide per potenziare e sviluppare il proprio senso di autoefficacia[3]:
- Le esperienze di gestione efficace: vale a dire tutte quelle esperienze personali, dove si raggiunge il successo solo mettendo in gioco le proprie risorse;
- Esperienze vicarie: le nostre capacità si potenziano nell’osservare gli altri, infatti, se quest’ultimi apportano successo, questo ci aiuterà a credere sempre più in noi stessi, alimentando le nostre capacità necessarie per garantire il medesimo successo “se ce l’ha fatta lui, posso farcela anch’io”
- Persuasione: per ognuno di noi, fondamentale è il bisogno di sapere che le persone per noi significative hanno estrema fiducia nelle nostre capacità quando agiamo. Importante, quindi, che le fonti che noi “accreditiamo”, fonti che corrispondono alle opinioni delle persone importanti per noi, motivino la nostra autoefficacia, evitando, loro in primis, di sviluppare irrealisticamente quelle che sono le nostre aspettative.
- Controllo di stati emotivi e fisiologici: “le persone giudicano le loro capacità basandosi sulle informazioni somatiche connesse agli stati fisiologici ed emozionali”[4]. È, l’interpretazione di questi stati, quindi, la responsabile di un rinforzamento o meno della propria autoefficacia.
Persone con un buon senso di autoefficacia, considerano, infatti, il proprio stato di attivazione fisica o emozionale come “input” che facilita l’azione, sprigionando energia; viceversa quelli pessimisti vivono la stessa attivazione in modo deprimente interpretandola erroneamente come segnale d’allarme di un malessere:
“gli studi indicano che è l’interpretazione dell’attivazione piuttosto che l’attivazione in sé ad influenzare l’autoefficacia”.[5]
- Immaginazione: immaginando una situazione in anticipo si possono sperimentare le molteplici soluzioni, valutandone i pro e i contro.
Dagli scritti di Bandura possiamo dedurre il ruolo importante della tenacia, del rigore, della determinazione per arrivare al successo dei nostri propositi e nel segnare il corso della nostra vita dal momento che la persona “non è il veicolo delle pulsioni, né il semplice ripetitore di copioni preordinati, ma l’agente attivo del proprio destino in quanto portatore di agentività (agency) cioè della capacità di far accadere gli eventi che anticipa e decide”[6].
Con il termine autoefficacia, intendiamo, perciò, la percezione della propria efficacia e competenza, distinta dall’autostima e dal proprio valore.
È il nostro senso di autoefficacia a guidare la nostra esistenza.
Per la concezione di Albert Bandura, l’uomo definito come un organismo ambizioso e attivo è capace di modellare il corso della sua vita, agire d’anticipo in previsioni di problemi, necessità e cambiamenti. È con tale ideazione che viene ribadita e sottolineata l’importanza dell’agentività umana[7].
[1] Myers D.G., Psicologia Sociale a cura di Marta E., Lanz M., McGrawHill pp. 81
[2] Bandura A., Autoefficacia teoria e applicazione, presentazione di Gian Vito Caprara, Erickson Trento 2000 pp. 33
[3] Giusti E., Testi A., L’autoefficacia Vincere quasi sempre con le 3 A, Sovera pp. 24
[4] Bandura A., Autoefficacia teoria e applicazione, presentazione di Gian Vito Caprara, Erickson Trento 2000 pp. 157
[5] Giusti E., Testi A., L’autoefficacia Vincere quasi sempre con le 3 A, Sovera pp. 34
[6] Bandura A., Autoefficacia teoria e applicazione, presentazione di Gian Vito Caprara, Erickson Trento 2000 pp. 13
[7] Agentività, concetto fondamentale della teoria di Bandura. È la facoltà di far accadere le cose, di intervenire sulla realtà, di esercitare un potere causale.
di Giulia Mucimarra
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