Come aiutare un bambino con un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)
Come aiutare un bambino con un DSA: strumenti e consigli utili
È importante che in famiglia non sia fatta una pressione eccessiva sul bambino; cosa più facile a dirsi che a farsi, perché talvolta lo svolgimento dei compiti con un soggetto DSA richiede il doppio del tempo che solitamente occorre. Ciò naturalmente fa sentire il bambino sotto pressione e non è giusto che il lavoro scolastico assorba tutto il suo tempo libero. Per evitare questi problemi è opportuno che i genitori ne discutano con gli insegnanti per trovare insieme una soluzione.
Dopo la diagnosi e la certificazione del disturbo viene consigliato di utilizzare strumenti compensativi e misure dispensative, che aiuteranno il bambino nel percorso scolastico.
Per strumenti compensativi si intende:
computer con programmi di video-scrittura, correttore ortografico ed eventualmente sinesi vocale;
audiolibri, libri parlati;
calcolatrice;
tabella delle misure e delle formule geometriche;
tabelle grammaticali per analisi dei verbi (per italiano e lingua straniera);
uso di mappe durante le interrogazioni.
Per misure dispensative si intende invece:
dispensa dalla lettura ad alta voce e scrittura veloce sotto dettatura;
programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte;
interrogazioni programmate;
valutazioni delle prove scritte e orali che tengano conto del contenuto e non della forma.
È necessario però prestare attenzione all’utilizzo di tali strumenti e alla loro gestione. Non sempre, infatti, questi ultimi sono accolti in modo positivo dal bambino/ragazzo in quanto, il disagio vissuto, l’angoscia e la frustrazione dei fallimenti scolastici hanno ricadute sull’autostima e sul senso di autoefficacia personale. Il bambino potrebbe vedere tali aiuti come un ulteriore segno di emarginazione e di discriminazione dal resto della classe. Sarà pertanto cura degli insegnanti, in stretta collaborazione con i genitori e gli specialisti, valutare quali possono essere le strategie migliori per aiutare l’alunno senza incidere sulla stima di se stesso e sul rapporto coi propri compagni.
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