Le differenze tra fratelli in psicologia

 

Le dimensioni di volta in volta utilizzate dai ricercatori per descrivere la relazione fra fratelli variano a seconda della loro prospettiva teorica, sebbene ci siano molte somiglianze nei modelli proposti (Dunn, 1993).

Differenze tra fratelli – Rivalità

Sulla scia delle intuizioni freudiane circa l’influenza della rivalità fra fratelli sulle differenze di personalità (Freud, 1938), molti sono stati i ricercatori che si sono interessati a questo aspetto. (Dunn, 1993). Ovviamente la rivalità fra fratelli costituisce «una dimensione reale e importante in molte relazioni fraterne» (Dunn, 1993 p. 60), si pensi alle osservazioni su bambini molto piccoli che reagiscono prontamente ad ogni manifestazione di attenzione che un fratello riceve dal genitore (Dunn e Kendrick, 1982), tuttavia, essa non può essere considerata un’unica dimensione ai cui estremi si collocano la cooperazione amichevole da un lato, e la rivalità dall’altro (Dunn, 1993).

Al contrario, «l’indipendenza di queste dimensioni è evidente nelle diverse combinazioni di ostilità e amichevolezza riscontrate in varie coppie di fratelli. Alcuni fratelli litigano, ma giocano anche spesso insieme, per altri la dimensione ostile e quella amichevole sono scarsamente presenti, mentre per altre coppie ancora una dimensione prevale sull’altra» (Dunn, 1993 p. 61).

Gli studi condotti da Furman e Buhrmester (1985) su bambini in età scolare mettono in evidenza che dimensioni come la rivalità, il conflitto, il controllo e l’amichevolezza, sono fra loro indipendenti, ma qualche dubbio rimane circa la considerazione della rivalità e del conflitto come aspetti separati nei bambini più piccoli; da un’altra ricerca di Dunn e Munn (1986) è, infatti, emerso che coloro che più frequentemente entrano in conflitto con i fratelli, sono anche quelli che cercano in un qualche modo di sostenere, di aiutare e cooperare. In uno studio su 50 famiglie in Pennsylvania si è visto che l’ampiezza delle differenze nel conflitto fra fratelli era molto variabile: la frequenza oscillava fra zero e cinquantasei episodi all’ora in bambini di 33 mesi (Dunn, 1993).
Lungi dal considerare la rivalità fra fratelli come la sola dimensione rilevante del loro rapporto, altri aspetti devono essere presi in considerazione (Dunn, 1993).

Differenze tra fratelli – Sicurezza dell’attaccamento

Come si evince dal lavoro di Dunn e Kendrick (1982) condotto a Cambridge, evidente è l’attaccamento reciproco in alcune relazioni fraterne, infatti, le madri riferivano che i loro bambini sentivano la mancanza del fratello o della sorella quando erano assenti e provavano felicità al momento della riconciliazione; inoltre essi costituivano una base sicura, attraverso la quale esplorare nuovi luoghi. Anche gli studi, che hanno utilizzato la procedura della “Strange Situation” (Stewart e Marvin 1984; Teti e Ablard 1989), hanno mostrato che, in alcuni casi, pure un bambino di quattro anni può costituire una base sicura per il fratello, mettendo in discussione l’idea dell’attaccamento come dimensione esclusiva della relazione fra il bambino e il suo caregiver, solitamente la madre (Dunn, 1993).

Differenze tra fratelli – Coerenza, espressione di sé ed umorismo

Un altro aspetto, che consente di differenziare fra coppie di fratelli, concerne la coerenza nella comunicazione, che può essere più accentuata in alcune coppie e meno in altre: ad esempio nello studio in Pennsylvania condotto da Slomkowski e Dunn (1992) le frequenze di turni conversazionali coesi si distribuivano fra il diciotto e il cento per cento (Dunn, 1988). Anche relativamente alla condivisione dell’umorismo, una ricerca di McGhee (1989) ha messo in evidenza che si possono riscontrare ampie differenze. Alcune coppie di fratelli ancor più di altre si divertono a fare scherzi trasgressivi o a dire parolacce, piuttosto che a fare giochi in cui si utilizzano parole rituali o insulti verbali (Garvey, 1977); anche nel già citato studio in Pennsylvania la frequenza degli scherzi in un’ora andava da zero a sette (Dunn, 1993).

Infine, è da prendere in considerazione la reciproca espressione di sé e la discussione sui propri sentimenti: queste dimensioni della relazione consentono al bambino di conoscere il mondo emotivo del fratello; in una ricerca è emerso che coloro che hanno fratelli sono maggiormente in grado di comprendere gli stati mentali rispetto ai figli unici (Perner, Ruffman e Leekham, 1994). Anche in questo caso la discussione sui sentimenti può essere più presente in alcune coppie e quasi assente in altre: nel campione di Pennsylvania la frequenza delle stesse si distribuiva fra zero e trentadue turni conversazionali l’ora (Dunn, 1993).

Differenze tra fratelli – Fantasie condivise

Un contributo molto importante alla relazione fra fratelli, è data dal gioco di fantasie condivise, che si distingue da quello che il bambino condivide con la madre per la necessità di pochi riferimenti contestuali e per il completo abbandono alla fantasia da parte dei protagonisti (Dunn, 1993). Questo aspetto è stato studiato in due distinte ricerche, una condotta negli Stati Uniti, l’altra realizzata in Inghilterra su fratelli in età prescolare (Dunn e Dale, 1984: Youngblade e Dunn, 1993): in una percentuale variabile tra il venticinque e il trentatré per cento le coppie erano coinvolte in frequenti e prolungati giochi di fantasia. Da questi studi sono sorte tre considerazioni fondamentali: il gioco di finzione può essere presente molto precocemente, specialmente quando organizzato da un fratello che ha un atteggiamento amichevole e di sostegno, esso svolge un ruolo centrale nella relazione perché assorbe profondamente i suoi membri, inoltre, il bambino vi partecipa dando contributi sempre più creativi e operando sempre maggiori negoziazioni (Dunn, 1993).

In un’altra ricerca (Dunn e Munn, 1986) è stato dimostrato che non c’era una associazione fra dimensioni come la collaborazione, l’aiuto reciproco o la preoccupazione per l’altro e la condivisione di fantasie; anche nello studio di Pennsylvania è stato visto che la coesione della comunicazioni, l’affetto negativo e la mancanza di coinvolgimento erano indipendenti non soltanto l’una dall’altra, ma anche da aspetti come la cooperazione e le fantasie condivise (Dunn, 1993).

Differenze tra fratelli – Reciprocità, complementarietà ed equilibrio nelle relazioni fra fratelli

«Una delle caratteristiche generali, propria della relazione fra fratelli, è che possono includere sia aspetti complementari che reciproci» (Dunn, 1993 p. 68): talvolta il fratello maggiore può assumersi la responsabilità della cura del più piccolo, ma talaltra essi interagiscono in maniera paritaria, come ad esempio nella condivisione di un gioco di finzione. In questo caso le differenze fra coppie di fratelli riguardano la combinazione di queste due modalità di relazione, il cui equilibrio può influenzare il loro rapporto.

di Valentina Donnari

 

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