Ipnosi per controllare gli effetti collaterali nella chirurgia del seno

Breve intervento di Ipnosi per controllare gli effetti collaterali nella chirurgia del seno

Aspettative di risposta e stress emotivo come mediatori dei risultati

Articolo di Maria Venturi

In questo articolo verrà presentato uno studio di ipnosi per controllare gli effetti collaterali nella chirurgia del seno.

Il presente studio è stato progettato per dimostrare che le aspettative di risposta e stress emotivo mediano gli effetti di un intervento di ipnosi prechirugico empiricamente convalidato su effetti collaterali post-operatorie (cioè, dolore, nausea e stanchezza).

METODO: Le donne (n = 200) sottoposte a chirurgia conservativa del seno (età media = 48,50 anni;) sono state randomizzate. Prima dell’intervento, le pazienti hanno completato le valutazioni di mediatori ipotizzati (aspettative di risposta e stress emotivo), e dopo l’intervento, hanno completato le valutazioni di variabili di risultato (dolore, nausea e stanchezza).

RISULTATI: Modelli di equazioni strutturali hanno rivelato quanto segue: (a) effetti ipnotici sul dolore postoperatorio sono stati in parte mediati da aspettativa di dolore (p <.0001), ma non da stress (p = .12), (b) effetti ipnotici sulla nausea postoperatoria sono stati in parte mediati da stress prechirurgico (p = .02), ma non dall’ aspetttativa di nausea (p = .10), e (c) effetti ipnotici sulla stanchezza post-chirurgica sono stati in parte mediati da entrambe le aspettative di fatica (p = 0,0001) e di disagio pre-chirurgico (p = .02 ).

CONCLUSIONI: I risultati dimostrano il ruolo di mediazione delle aspettative di risposta e dello stress emotivo nei  benefici clinici associati a un intervento ipnotico per i pazienti chirurgici con cancro al seno. Più in generale, i risultati migliorano la comprensione dei meccanismi di base responsabili dei fenomeni ipnotici e suggeriscono che i futuri interventi ipnotici dovrebbero essere diretti alle  aspettative e allo stress per migliorare il recupero post-chirurgico del paziente.” [25]

 

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