La bassa autostima nel bambino può causare un disturbo della condotta
Un disturbo diffuso nei bambini, con bassa autostima, è il disturbo della condotta.
Il disturbo della condotta può rappresentare una forma di esordio precoce di un disturbo antisociale; lo possiamo trovare soprattutto nei bambini di sesso maschile.
La caratteristica clinica principale del Disturbo della Condotta è la sistematica e persistente violazione dei diritti dell’altro e delle norme sociali, con conseguenze molto gravi sul piano del funzionamento scolastico e sociale. La fenomenologia del disturbo si caratterizza principalmente per la presenza di aggressività a diversi livelli. I bambini e gli adolescenti con Disturbo della Condotta possono mostrare un comportamento prepotente, minaccioso o intimidatorio, innescare intenzionalmente colluttazioni, rubare affrontando la vittima, costringere l’altro fino all’abuso sessuale.
Nei primi due anni sono bambini spesso:
– irritabili
– non collaborativi
– arrabbiati
– facilmente frustrati;
Nella Fase pre-scolare troveremo un bambino che prova rabbia, i comportamenti aggressivi diventano più frequenti e più palesi. Nel momento in cui il bambino inizia a frequentare la scuola elementare, troviamo una stabilizzazione del problema, compaiono anche i comportamenti antisociali, ovvero mentire, rubare, raggirare.
Se prendiamo in considerazione i disturbi della condotta connessi a modelli d’attaccamento evitanti o disorganizzati troveremo un alternanza di condotte di ritiro e isolamento del bambino, con improvvisi scatti d’ira. Oppure troveremo un bambino con un disturbo oppositivo – provocatorio, i comportamenti negativistici ed oppositivi sono espressi con persistente caparbietà, resistenza alle direttive, scarsa disponibilità al compromesso, alla resa o alla negoziazione con gli adulti o coi coetanei. L’atteggiamento di opposizione, può anche includere la persistente messa alla prova dei limiti, di solito ignorando gli ordini, litigando e non accettando i rimproveri per i reati commessi. L’ostilità può essere diretta contro gli adulti o i coetanei e viene espressa disturbando liberamente gli altri o con aggressioni verbali. (Klein, Speltz e Greenberg1996).
I comportamenti violenti e criminali sono basati su difficoltà metacognitive e di mentalizzazione presenti in questi bambini. I deficit non consentirebbero loro di sviluppare un’adeguata consapevolezza degli stati mentali altrui e quindi un’appropriata considerazione dei loro bisogni e sentimenti (Fonagy, 1997).
Le manifestazioni del disturbo sono quasi invariabilmente presenti nell’ambiente familiare, ma possono non essere evidenti a scuola o nella comunità.
I sintomi del disturbo sono tipicamente più evidenti nelle interazioni con gli adulti o con i coetanei che il soggetto conosce bene e possono quindi non manifestarsi durante l’esame clinico. Importante mettere a confronto il comportamento a casa e a scuola o in altri contesti.
Ilaria Capozucca
Questo articolo non sostituisce il trattamento medico o psicologico, se necessiti del consulto di uno psicologo, contattami.
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