Le 7 patologie del Criminale Violento

Il crimine violento e la psicopatologia dell’asse I sono significativamente correlati. Ogni studio che ha valutato i disturbi da uso di sostanze e da alcolici ha trovato una relazione significativa tra questo tipo di disturbi e il crimine violento.

Tra il 10% e il 12% dei soggetti con disturbi affettivi o schizofrenici riferì di avere avuto comportamenti violenti, a fronte del 2% dei soggetti senza disturbi mentali e pregresso comportamento violento. I soggetti che autore ferivano pregressi comportamenti violenti presentavano anche ideazioni deliranti attive. Successivamente altri studi si concentrarono maggiormente sul significato dei deliri di minaccia o il delirio di controllo ed essi erano associati con il comportamento violento, mentre altri deliri non lo erano.

Le percentuali degli omicidi legati alla condizione sociale costituivano da sole il 60% delle variabili nella frequenza della violenza di strada. L’età, il genere, e la scolarità, erano parimenti associati alla violenza in misura maggiore di quanto lo fosse il disturbo mentale. Ma anche se i soggetti malati mentalmente sono i più violenti di altri, il loro numero è relativamente esiguo. In America, l’abuso di alcolici contribuisce molto di più alla violenza di tutti gli altri disturbi mentali combinati insieme. Il disturbo mentale sembrava essere maggiormente correlabile con il crimine violento nelle donne che negli uomini.

CARATTERISTICHE MAGGIORMENTE RILEVATE NELLA POPOLAZIONE OMICIDIARIA

  • Delirio
  • Abuso di alcool
  • Disturbo mentale MMD (donne)
  • Adulti con abuso infantile alle spalle
  • Disfunzione neuropsicologica
  • Basso livello socio-economico
  • Interazione tra fattori di rischio sociale e biologico

Violenza come risposta ai deliri

Il 60% dei pazienti ha agito in risposta ai deliri – alcuni hanno scritto a qualcuno, hanno cercato di fermare qualcosa che credevano stesse per accadere o hanno cercato di proteggersi o di fuggire. Il 18% aveva colpito qualcuno, il 14% aveva ferito se stesso ed il 19% aveva rotto oggetti (il rompere qualcosa era associato con l’auto-descrizione di deliri di una catastrofe, ma non con il delirio paranoico). I pazienti che erano depressi o impauriti per i propri deliri erano più inclini ad agire sulla base degli stessi, rispetto ad altri

Disfunzione cerebrale

Esiste una correlazione tra i crimini violenti e disfunzione neuropsicologica e tra il riscontro di carenti risultati al test neuropsicologico ad i disturbi dell’asse I(per esempio: psicosi, depressione, disturbo post-traumatico da stress, disturbo di iperattività/deficit di attenzione, disturbi dell’apprendimento). I pazienti più giovani mostravano percentuali significativamente più alte in merito alla sussistenza di disturbo dell’apprendimento, di un pregresso disturbo del comportamento infantile e di un numero di arresti superiore di più di due volte rispetto al normale. In un gruppo di 22 persone ritenute non colpevoli di omicidio per ragioni di infermità mentale, gli autori dello studio riscontrarono un ridotto metabolismo del glucosio nella corteccia prefrontale laterale e mediana. Quindi si arrivò alla conclusione che la violenza grave potesse essere in relazione con un deficit corticale prefrontale

Basso livello socio-economico

Determinate condizioni sociali predispongono alla violenza ed al disturbo mentale. I membri di una minoranza perseguitata o di una sottoclasse vittimizzata possono sviluppare timori di carattere paranoide, ed i soggetti con MMD(disturbo mentale maggiore) possono vivere in una sottocultura violenta, nella quale la loro irritabilità può condurre a scontri con esiti violenti. La teoria della causa sociale prevede che la frustrazione provata dal gruppo svantaggiato porti a percentuali maggiori di disturbo mentale rispetto al gruppo avvantaggiato. La teoria della selezione sociale prevede invece che in un processo intergenerazionale di scelta e selezione prosegua in modo tale che i soggetti capaci avanzano e quelli non capaci regrediscono, cosicchè ad ogni livello sociale il gruppo avvantaggiato presenta percentuali maggiori di disturbo mentale

Interazioni tra i fattori di rischio sociale e biologico

Il 4,4% di tutti i nati vivi di sesso maschile, in un gruppo di popolazione danese, aveva presentato complicazioni alla nascita, seguite da carenza di cure materne nel primo anno di vita; all’età di 18 anni, questi uomini costituivano il 18% degli autori di tutti i crimini violenti del campione. Il crimine violento veniva qualificato come arresto per omicidio o tentato omicidio, aggressione, stupro, rapina, possesso illegale di un’arma o minacce di violenza.
Gruppo BIOSOCIALE: aveva presentato problemi neurologici nella prima settimana di vita e fattori di rischio sociale per l’associazione crimine-rifiuto materno, conflitti o instabilità familiare
Gruppo BIOLOGICO: presentava solamente deficit biologici: complicazioni in gravidanza e alla nascita, prematurità e ritardato sviluppo motorio.
Gruppo SOCIALE: era cresciuto in situazioni sociali, economiche, scolastiche, occupazionali e di vita più negative ed in condizioni di povertà, ma non necessariamente in nuclei familiari problematici; avevano presentato uno sviluppo motorio precoce ed avevano vissuto una minore discordia familiare.
Il gruppo BIOSOCIALE commise il 70% di tutti i crimini e commise reati 2,3 volte più violenti degli altri due gruppi di soggetti

È stato stabilito che la schizofrenia aumenta il rischio dell’omicidio e di altri crimini violenti, rispetto alle persone affette da MMD, infatti la netta maggioranza delle persone affette da MMD non commette crimini violenti. Quando commettono crimini violenti, lo fanno contro membri della famiglia o altri soggetti significativi, non contro sconosciuti. Con un trattamento appropriato la possibilità di commettere un crimine violenti diminuisce enormemente. Il vero problema di saluto sociale pubblica, che interessa il disturbo mentale e la violenza, è l’abuso di alcolici: gran parte dei crimini sono commessi sotto l’influenza dell’alcol. La correlazione tra schizofrenia o MMD ed omicidio o crimine violento, è più marcata nelle donne che negli uomini.

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