Leadership: significato ed esempi

di Raffaele Napolitano

La leadership da sempre costituisce un dilemma importante per chi è alla guida di una qualsiasi forma di gruppo, sia che si tratti della forma più esigua di componenti come la famiglia o una piccola società, sia che si tratti di multinazionali i cui componenti possono essere anche migliaia di persone; ma cos’è esattamente la leadership? Quali qualità hanno i leader per essere tali? Il carisma è innato o si acquisisce? Soprattutto quali sono i poteri che ha il leader per stimolare la motivazione in chi svolge un compito? Che cos’è la motivazione? A queste numerose domande si cercherà di rispondere con il presente lavoro senza presunzione di completezza ponendo l’accento su cosa sia questa forma di influenza su altri e da quali leggi è governata, si vedranno diverse forme di leadership e come si differenziano le une dalle altre. Oltre alla leadership si vedranno anche forme di motivazione, scopriremo che sono molteplici e personali, pertanto anche una buona leadership necessita di differenziarsi, adattandosi agli individui cui è rivolta.
Si vedranno solo alcuni cenni a dimostrazione che anche nei tempi più antichi, chi era destinato al governo di uomini spesso sceglieva un maestro cui affidarsi per completare e migliorare la propria formazione allo scopo di diventare un buon governante.
Una regola fondamentale che emergerà in più punti è quella che essere buoni leader vuol dire principalmente diventare persone che sanno “guardarsi allo specchio”, che sanno fare valutazioni oggettive e lavorare per migliorarsi. Si vedrà anche che non tutti i leader sono tali, alcuni infatti possono non rispondere alle aspettative dei gregari scaturendo reazioni nei follower.
Spesso si fa confusione tra la leadership e il management, questo lavoro cercherà di chiarire i ruoli e le competenze di entrambi anche se spesso si tratta di figure complementari l’una all’altra.
Un punto importante che emergerà in più paragrafi è che il leader, per essere tale, deve saper adottare una visione “dall’alto” di tutta la struttura umana affidatagli oltre alla direzione cui è rivolto l’intero lavoro: prevedere e/o architettare il cambiamento e guidarlo, motivando i propri follower. Il primo capitolo si concluderà con un analisi dettagliata su come essere “più di un leader”; un superleader per l’esattezza, si tratta di un leader che guida i follower affinché diventino leader a loro volta. L’analisi attraverserà le varie forme di leadership che si sono succedute nel tempo, si mostrerà la figura del leader autoritario che non considerava affatto le esigenze e le potenzialità dei follower.
Nelle attività del leader appariranno le tecniche di formazione e di insegnamento dove la comunicazione riveste un ruolo essenziale sia nella formazione sia nel feedback. Anche i poteri esercitati saranno evidenziati in dettaglio specie i principali: quello tradizionale, quello carismatico e quello razionale; la formalità o l’informalità dei rapporti; le motivazioni e i feedback differenti in relazione alle diversità delle persone con cui si lavora.
Come già accennato, l’etica del leader ha una importanza fondamentale ai fini della credibilità, così come le competenze.
L’ultimo capitolo farà un’analisi sul concetto di empowerment sia individuale, sia di gruppo cui seguirà una panoramica su come affrontare il cambiamento e come gestirlo anche perché cambiare lo status quo spesso genera ansia pertanto è necessario che un buon leader sappia trovare e mostrare gli aspetti positivi del cambiamento. Il lavoro si concluderà con un analisi sui falsi “messia”, qui leader spesso tali per status che però si mostrano come burattini che obbediscono a regie superiori quindi non in grado di ricoprire il proprio ruolo, creando dissonanza nei follower.

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