cervello sistema immunitario

Lo stress da lavoro azzera il sistema immunitario

La relazione tra stress e sistema immunitario è stata considerata da decenni.

Greta Manoni ci spiega cosa accade nel sistema immunitario quando interviene lo stress.

Il cervello media la relazione tra stress e sistema immunitario

L’atteggiamento prevalente tra l’associazione di stress e la risposta del sistema immunitario è stato quello secondo cui le persone sotto stress hanno maggiori probabilità di avere un sistema immunitario compromesso e, di conseguenza, soffrono di malattie più frequentemente.

Oggi, dopo 30 anni di ricerca, è un’evidenza dimostrata che gli eventi mediati dal cervello (come lo stress psicologico e la depressione) possono alterare la funzione del sistema immunitario periferico; e che viceversa alterazioni del sistema immunitario periferico (come quelle che si verificano durante una malattia) possono influenzare il cervello determinando modificazioni dell’umore, stati d’ansia e alterazioni cognitive (Schwartz-Nemeroff).

L’immunità è un requisito della vita stessa: anche gli organismi più semplici dimostrano un’attività immune, in accordo con l’ipotesi che l’immunità sia comparsa precocemente nella scala evolutiva sulla terra.

Come si sviluppa il sistema immunitario

Esiste un’immunità innata aspecifica rapida che inizia dalla cute e dalle mucose del tratto gastrointestinale e respiratorio, e costituisce una barriera fisica e chimica all’invasione degli agenti patogeni esterni.

Risposte immunitarie innate utilizzano cellule effettrici come i fagociti (macrofagi, neutrofili), cellule natural killer, mediatori solubili (complementi, proteine di fase acuta), citochine (tumor necrosis factor-a, interleuchina-1A e B, interleuchina-6).

La risposta immediata aspecifica mette in moto col tempo la formazione di una risposta immunitaria acquisita, che implica la formazione di una memoria per i molteplici fattori patogeni; la risposta immunitaria acquisita è più specifica ma più lenta. Essa consiste in risposte cellulari (linfociti T-helper 1, linfociti T citotossici, interleuchine-2. interleuchine-12, interferone-gamma) e in risposte umorali (linfociti T-helper 2, linfociti B, anticorpi, interleuchina 4, interleuchina 10).

Come lo stress danneggia le nostre difese immunitarie

Negli anni 70, alcuni ricercatori hanno scoperto che il sistema immunitario è suscettibile al condizionamento classico pavloviano in risposta a stress psicologico (Ader e Cohen, 1975). Diversi studi hanno dimostrato che i mediatori dello stress (ormoni corticosteroidi), essendo rilasciati dalle ghiandole surrenali direttamente nel circolo sanguigno, sono in grado di agire sul sistema immunitario. I ricercatori hanno evidenziato che gli stress cronici e intensi attivano il sistema immunitario innato e indeboliscono le risposte del sistema acquisito.

Gli effetti per la salute di tali alterazioni immunitarie associate allo stress si rilevano in studi che hanno rivelato una correlazione tra stress cronico e:

  • aumento della vulnerabilità al comune raffreddore
  • ridotta risposta anticorpale alle vaccinazioni
  • ritardata guarigione delle ferite e comparsa di herpes zoster.

Inoltre lo stress e la depressione sono stati correlati ad un incremento di morbilità e mortalità per malattie infettive come l’HIV e malattie neoplastiche (tumore al seno e melanoma).

Lo stress grave può infatti portare a malignità sopprimendo l’attività dei linfociti T citotossici e delle cellule natural killer, e condurre alla crescita di cellule maligne, instabilità genetica ed espansione del tumore.

Lo stress è inversamente proporzionale alle nostre difese immunitarie

Altri studi hanno dimostrato che la concentrazione plasmatica di noradrenalina, che aumenta dopo lo stress indotto, ha una relazione inversa con la funzione immunitaria di fagociti e linfociti. Infine dalla letteratura è risultato che anche le catecolamine e gli oppioidi (rilasciati in seguito a stress) hanno proprietà immunosoppressive. Tuttavia, come riportato in precedenza, i glucocorticoidi prodotti per brevi periodi e a moderate dosi possono promuovere realmente certi aspetti delle funzioni immunitarie fisiologiche. Durante lo stress acuto o lieve svolgono un ruolo primario nel limitare un’attivazione infiammatoria eccessiva e prolungata. Questa proprietà si sfrutta in medicina per il trattamento delle eccessive reazioni immuni in varie patologie: i glucocorticoidi sono ancora oggi i principali farmaci antinfiammatori.

 

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