Lo sviluppo neuro-affettivo di Susan Hart
Susan Hart, autrice di riferimento per il concetto di sviluppo neuro affettivo postula una sua “psicologia dello sviluppo neuro affettivo”, basata sull’analisi sistematica di tre livelli:
- livello neurobiologico;
- livello intrapsichico;
- livello interpersonale.
Il lavoro di Susan Hart (2008) può essere pensato come una prosecuzione del lavoro dell’opera di Schore (2001) ed è focalizzato sulla fusione tra psicologia dello sviluppo, teorie psicodinamiche e neuroscienze.
La teoria di Hart si fonda sull’idea che l’evoluzione del cervello influenzi la sua maturazione e la formazione della personalità. Da questo punto di vista, natura (fattori ereditari) e cultura (l’ambiente in cui la persona agisce) interagiscono tra loro come fattori inscindibili. Hart, descrive il cervello come un’organizzazione tripartita, costituita da:
a. cervello neomammifero: riguarda l’elaborazione razionale. E’ una parte del cervello presente solo negli uomini e permette di vivere in un mondo dotato di passato e presente, di mentalizzare e di mettersi in relazione con i sentimenti e le opinioni degli altri. Questa parte del sistema nervoso offre la possibilità di comunicare a livello interpersonale, grazie alla capacità di astrarre e narrare. Essendo la parte più esterna del cervello tripartito, per questioni fisiche, è anche la parte più vulnerabile.
b. cervello paleomammifero: è costituito dal sistema limbico e si occupa di aree che rifiniscono le funzioni motorie involontarie e le connettono con aree deputate a sofisticate reazioni emotive e al sistema di ricompensa e punizione. Questo livello elabora le emozioni come la gioia, la tristezza, l’ansia o il dispiacere. Al livello del cervello paleo mammifero il sistema nervoso non riflette solo sistemi automatici e istintivi, ma l’ambiente comincia a rivestire un’importanza fondamentale per la reattività del cervello;
c. cervello rettiliano: è considerato da Hart come la struttura di livello più profondo, parte del cervello responsabile di meccanismi istintivi e legati ai riflessi e si occupa di funzioni sensoriali. In quest’area si trova il sistema di attivazione reticolare, che ha il ruolo di attivare e controllare gli stati sonno-veglia. In quello che Hart definisce come cervello rettiliano, vengono prodotti i più importanti neurotrasmettitori che regolano gli affetti, la motivazione e le emozioni. Per questo, i dodici nervi cranici, che equilibrano e coordinano processi somatici e psicologici, oltre a regolare il sistema nervoso autonomo per mezzo del nervo vago, costituiscono le basi della struttura della personalità e della regolazione degli affetti.
Lo sviluppo della personalità e la strutturazione del sistema nervoso, non sono dunque predeterminate dall’eredità genetica, ma eredità genetica e ambiente si influenzano a vicenda, portando tre strutture neurali a vari livelli e plasmando la struttura della personalità. Le persone sono dunque in un sistema interdipendente di influenza reciproca. Il cervello non può svilupparsi se non tramite stimolazioni esterne percettive ed affettive. Non è un caso che le strutture affettive nel cervello del neonato si sviluppino grazie alla relazione con il sistema nervoso della figura di accudimento in un processo essenziale per la capacità di regolare gli stati fisio e psicobiologici.
Anche i processi biochimici, tipici del sistema nervoso, per quanto complessi e per quanto legati alla sfera biologica, non sono esenti dalla stretta interconnessione che c’è tra fattori biologici e stimolazioni ambientali. Queste stimolazioni, infatti, sono in grado di influenzare i neuropeptidi e gli ormoni, che sono la base biologica per il funzionamento affettivo. L’equilibrio tra queste sostanze neurochimiche nell’organismo può avere profonde ripercussioni nei processi affettivi.
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