Memoria a lungo termine: Memoria Esplicita e Implicita

La memoria a lungo termine, come abbiamo definito precedentemente, è quella capacità grazie alla quale possiamo conservare una quantità innumerevole di informazioni per ampi intervalli di tempo. Per la quantità di materiale che per la varietà è opportuno fare una precisa distinzione tra sistemi che costituiscono la MLT. La prima distinzione che dobbiamo fare quando parliamo di MLT è memoria dichiarativa e memoria non dichiarativa. Essa è costituita e si suddivide in altre sottocomponenti che svolgono funzioni specifiche.

Diversi autori, con successive revisioni nel tempo hanno cercato di spiegare questa differenziazione teorica (Schacter, 1987; Squire, 1987). Questi autori riconoscono sistemi in cui le conoscenze immagazzinate possono essere di due tipi: conoscenze o ricordi consapevoli che riguardano eventi e fatti accaduti, il mondo esterno o personali, e dall’altra parte troviamo conoscenze e memorie che non richiedono la partecipazione di processi in maniera consapevole. Per evidenziare questa dicotomia parliamo nel primo caso di memoria esplicita mentre nel secondo caso di memoria implicita.

La memoria implicita: definizione in psicologia

La memoria implicita o non dichiarativa a sua volta è costituita da: abilità procedurali o motorie (es. andare in bici), priming (es. compiti in cui si richiede di completare parole con accanto dei suggerimenti), condizionamento classico e l’apprendimento non associativo in cui fanno da sfondo l’abitudine e la sensibilizzazione. Tulving (Tulving, 1972), cercando di interpretare l’architettura complessa della MLT, individuò nella memoria di tipo esplicito altre due componenti o sottosistemi: la memoria episodica e la memoria semantica. Secondo Tulving (Tulving, 1972), la memoria episodica rappresenterebbe tutti quei fatti ed eventi riguardanti, sia conoscenze generali sia personali (memoria autobiografica), mentre la memoria semantica è coinvolta nel manipolare e rievocare conoscenze riguardo il mondo, il significato e il valore dei concetti o simboli. Anche qui la memoria episodica è strettamente collegata alla consapevolezza dunque riguarda conoscenze connesse al proprio sé mentre la memoria semantica è indipendente e non richiede un recupero conscio della traccia mnestica.

Memoria a Lungo Termine e Neuroscienze

Con l’arrivo delle neuroscienze i modelli interpretativi e le classiche distinzioni apportate dagli studiosi fin ad allora, vedono il loro eclissarsi per dare vita ad una nuova distinzione tra i vari sistemi di memoria che non si basa più sul tipo di ricordo ma piuttosto sul processo con il quale il ricordo viene codificato, immagazzinato e recuperato (Tulving, 1985).

Parliamo di Recollection e Familiarity, con il primo termine indichiamo un processo, dove il recupero del ricordo è attivo ed è ricco di dettagli contestuali riguardanti sia l’aspetto temporale che spaziale, mentre nel caso della familiarità il ricordo non è ricco di questi elementi poiché sganciato da aspetti contestuali; semplicemente si ha la sensazione di aver già vissuto e di aver incontrato quello stimolo. Possiamo dunque individuare nella Recollection un rimando alla memoria episodica mentre nella Familiarity la memoria semantica. Uno studio interessante che ha permesso di mettere a confronto questi due processi messi in atto dalla MLT è quello di Yonelinas (Yonelinas, 2002). Nel suo studio sperimentale, sottoponendo soggetti ad un test di memoria di riconoscimento fu confermato quanto esposto in precedenza. I soggetti che ricordavano determinate caratteristiche dell’item (evento) mostrato, riguardanti più l’aspetto qualitativo come il luogo e il tempo, rispondevano con un processo di Recollection; mentre soggetti che rievocavano nel riconoscimento più l’aspetto quantitativo rispondevano al processo di Familiarity. Per spiegare questi due processi possiamo ricorrere al paradigma Remember/ Know (R/K) elaborato da Tulving (Tulving, 1985) in cui la condizione Remember sembra rispecchiare il processo Recollection poiché il soggetto rievocherebbe il ricordo connotato da una ricca quantità di dettagli contestuali, mentre nella condizione Know si verificherebbe l’incontrario cioè il soggetto nel momento del riconoscimento dell’item precedentemente presentatogli risponderebbe solo con un ricordo familiare. Grazie ai contributi delle neuroscienze, studi di neuroimaging hanno cercato di localizzare questi processi che sembrerebbero essere distinti anche anatomicamente (Yonelinas, 2005).

Ricorrendo a tecniche come la fMRI (risonanza magnetica funzionale) si è potuto notare come in compiti di riconoscimento, le aree che si attivavano e dipendevano dai processi Recollection erano l’ippocampo e la corteccia paraippocampale e che questa attivazione si registrava sia nel momento della codifica che del recupero. Un’altra area che registrava una forte attivazione era la corteccia prefrontale, in particolar modo la regione mediale anteriore; mentre la regione dorso laterale si attivava durante il processo di familiarità. Lungo anche le regioni della corteccia parietale laterale si sono registrate attivazioni interessanti, in particolar modo le aree più mediali risponderebbero meglio alla Recollection mentre la regione parietale superiore si attiverebbe in egual modo sia per i processi Recollection di Familiarity (Yonelinas, 2005).

di Chiara Spinaci

Scrivi a Igor Vitale