Psicologia dello sport: come ridurre lo stress nella preparazione della gara
Articolo di Daniela Moschetto
Lo stress nella preparazione alla gara
Che cosa è più prezioso, la fama o la salute?
Che cosa è più importante, la salute o la ricchezza?
Che cosa è più dannoso, vincere o perdere?
Più ami più soffri.
Più accumuli più perdi.
Conoscere ciò che è abbastanza è libertà.
Conoscere quando fermarsi è sicurezza.
(Lao Tzu)
Lo stress si presenta si presenta quando bisogna fronteggiare situazioni ritenute minacciose per il proprio benessere fisico o psicologico, le situazioni stressanti vengono definite stressor, le reazioni dell’individuo a queste vengono dette risposte da stress.
L’ansia, l’aggressività, il ritiro, l’apatia, la depressione e il deterioramento cognitivo sono risposte comuni allo stress.
L’organismo affronta tutto ciò attraverso ad esempio le risposte di attacco o fuga che creano modificazione fisiologiche. Quando l’organismo si adatta allo stress pur soffrendo il soggetto sviluppa disturbi psicofisiologici non indifferenti che compomettono lo stato di salute e le attività quotidiane che egli svolge.
Inoltre lo stress compromette il funzionamento del sistema immunitario, aumentando il rischio di malattie.
Anche la pratica sportiva risente di alcune minacce, l’atleta durante la preparazione è “investito” da stressor di tipo biologico in quanto l’allenamento comprende carichi di lavoro notevoli per il corpo e per la mente, infatti numerosi sono gli stress di natura emotiva pensiamo, ad esempio, la tensione della competizione, la frustrazione degli insuccessi, gli infortuni, le tensioni col gruppo o i dirigenti e molto altro.
Le persone che resistono allo stress tendono a vivere le situazioni stressanti come sfide ed hanno un forte senso di controllo personale.
Stress è quindi una risposta aspecifica del nostro organismo agli stimoli esterni; può avere una connotazione sia positiva sia negativa e ciò dipende dal contesto in cui viene usato è dalle capacità adattive della mente e del corpo di ognuno di noi.
Ha per ogni individuo delle conseguenze fisiologiche e psicologiche se perdura per tempi decisamente lunghi.
Tra gli effetti riguardanti l’organismo che coinvolgono l’aspetto fisiologico vi sono:
- L’aumento del tasso ematico di adrenalina e noradrenalina provenienti dalle ghiandole surrenali causa di ipertensione, di problemi cardiovascolari, di disturbirenali e disturbi glicemici.
- L’aumento del tasso ematico di ormoni tiroidei causa di accelerazione delmetabolismo con conseguente perdita di peso e collasso fisico.
- L’aumento del tasso ematico del colesterolo proveniente dal fegato fattorescatenante di patologie cardiache.
- Blocco del sistema digerente che induce a problemi gastrici e digestivi.
- Reazione cutanea.
- Dilatazione polmonare: induce a disturbi cardiocircolatori.
- Immissione nel sangue di endorfine provenienti dall’ipotalamo: riduce lasensibilità al dolore e rende il soggetto più vulnerabile.
- Immissione nel sangue di cortisolo proveniente dalle ghiandole surrenali causadi: abbassamento di tutte le reazioni immunologiche dell’organismo.
- Maggiore acutezza dei sensi e miglioramento delle prestazioni mentali.
- Calo della produzione di ormoni sessuali: possibile fattore di impotenza, difrigidità e sterilità.
- Costrizione dei vasi sanguigni e addensamento del sangue: causandosovraccarico -della pompa cardiaca innescando possibili emboli, infarti e malattie cardiache.
Conseguenze psicologiche sono:
- Decremento della durata della concentrazione e dell’attenzione;
- Deterioramento della memoria;
- Diminuzione della reattività;
- Deterioramento della capacità di organizzazione e di pianificazione a lungo termine;
- Aumento di disturbi del pensiero e idee deliranti;
- Aumento dell’ipocondria;
- Cambiamenti dei tratti di personalità;
- Indebolimento dei vincoli morali ed emozionali;
- Comparsa di depressione e disperazione;
- Caduta dell’auto-stima;
- Aumento dei problemi legati alla verbalizzazione;
- Diminuzione di interesse ed entusiasmo;
- Assenteismo;
- Aumento dell’abuso di sostanze;
- Disturbi del sonno;
- Comparsa di cinismo verso il prossimo;
- Calo energetico;
- Spostamento delle responsabilità verso gli altri;
- Minacce di suicidio.
Hans Seyle (1936) ha sviluppato un modello biologico delle reazioni agli stressor chiamato Sindrome Generale di Adattamento(SGA).
- Reazione d’allarme;
- Fase di resistenza;
- Fase di esaurimento.
L’energia fisiologica e quella psicologica dipendono l’una dall’altra. Più ci si sente esauriti psicologicamente più ci si sente svuotati fisicamente e viceversa.
Il nostro cervello è in grado di lavorare per garantire una migliore gestione dello stress, attraverso componenti quali la mobilitazione, la comprensione e l’azione è possibile trovare soluzioni costruttive.
Inoltre comprendere le nostre emozioni significa concepire che possiamo usare il nostro pensiero per influire su come ci sentiamo, tramite l’auto-educazione e la modulazione delle nostre risposte, che porterà ad una valutazione corretta, quest’ultima necessaria per renderci più realisti ed efficaci nell’agire e nel pensiero (D. Fontana, 1989).
L’individuo, dunque, necessita di controllo personale sulle situazioni stressanti per mediare cognitivamente alla risposta fisiologica.
Questa capacità viene definita coping, ovvero capacità di fronteggiamento.
Le strategie di coping si dividono in:
- strategie centrate sul problema
- strategie centrate sulle emozioni
Le persone che attuano uno sforzo attivo per risolvere i problemi hanno minore probabilità di incorre nei disturbi psico-fisici causati dallo stress.
Ricercare sostegno sociale o attribuire un nuovo significato (POSITIVO) all’evento può garantire la migliore gestione delle emozioni vissute come conseguenza degli eventi.
Tecniche di rilassamento tentano di insegnare alle persone come gestire le loro risposte fisiologiche, imparando a riconoscere la tensione e ridurla attraverso il rilassamento muscolare profondo e la concentrazione.
Lo sport è tra le pratiche che meglio riesce, a lungo termine, ad aiutare le persone a gestire lo stress.
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