La Storia della Depressione

 

I primi pensieri che ci sono pervenuti intorno al concetto di depressione risalgono al 400 a.C., epoca in cui Ippocrate descrisse la melanconia come una condizione associata a sintomi quali rifiuto del cibo, sconforto, insonnia e irrequietezza – Judd G. , Kunovac J. (1998). Considerazioni analoghe provengono anche da Aristotele, che introdusse il concetto di “predisposizione” alla melanconia sulla base della credenza di un relativo eccesso di bile nera in alcune persone, che si costituiva, appunto, come l’indice della predisposizione.

Molte idee sulla depressione formulate dai filosofi o fisici greci e romani rimasero invariate fino al medioevo, età in cui la causa della malattia mentale veniva attribuita principalmente alla possessione da parte del diavolo, alle forze magiche occulte o al peccato . Nel XIX secolo due fisici francesi, Falret e Baillanger, descrissero indipendentemente l’uno dall’altro la stessa malattia, costituita sia da manifestazioni maniacali che da manifestazioni depressive.

Alla fine del XIX secolo, Kraepelin diede vita al primo modello di malattia basato su osservazioni e descrizioni estese e accurate, distinguendo la malattia psicotica dalle altre forme di malattia mentale . Nella classificazione di Kraepelin, la malattia depressiva poteva essere distinta dalla dementia praecox in base al decorso periodico o episodico, alla prognosi più benigna e ad una storia familiare di malattia maniaco-depressiva. Nel 1924 Bleuler introdusse il concetto di malattia affettiva nella terminologia psichiatrica e la descrisse mediante le sotto-categorizzazioni in gruppi diagnostici unipolari e bipolari, anticipando in questo modo la futura nosologia . Nel 1911

Psicoanalisi e depressione

Karl Abraham pubblica il primo studio psicoanalitico sulla depressione, confrontando depressione e ansia e analizzando alcune delle ragioni profonde, di natura inconscia, che si pongono alla base del profondo senso di colpa del depresso. Nel 1916 e nel 1924 escono due ulteriori contributi di Abraham che integrano le posizioni di Freud sul tema. Gi aspetti clinici e teorici della depressione occupano una posizione centrale nel pensiero psicoanalitico di inizio secolo con particolare riferimento ai lavori di Sigmund Freud, Sandor Rado, Otto Fenichel, Edith Jacobson, Melanie Klein, Donald Winnicot, Ronald Fairbairn. La psichiatria tedesca, francese e inglese della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX ha avuto una notevole influenza sullo sviluppo dei moderni sistemi di classificazione diagnostica per i disturbi depressivi . Judd G. Kunovac J.(1998).
In una review internazionale si evidenziano dati empirici abbastanza chiari e contemporaneamente disarmanti, infatti gli autori Bunmi O. , Matthew J. , Conall O’Cleirigh, Steven A. Safren, hanno raccolto dieci studi longitudinali che vanno dal 1994 al 1998 evidenziando come il 52% dei sieropositivi Americani di ambo i sessi risultano depressi in vari test tesi a raccogliere questi sintomi. Soprattutto si nota come il 59% dei sieropositivi abbiano una depressione che perdura per più di 4 anni dalla notizia della malattia e che molti di loro ( 33%) se la portano dietro fino alla morte.

di Giulia Zucchini (Relatore tesi: Marcello Gallucci)

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