Che cos’è la gelosia? (significato)
Ma che cos’è la gelosia?
La gelosia può essere considerata un normale sentimento, rivolto verso l’altro; è quel sentimento di esclusività del rapporto con l’altra persona che implica l’antipatia, il sospetto o l’ostilità agita verso terze persone viste come potenziali o attuali concorrenti.
Per far sì che la gelosia irrompa, non basta un semplice e puro sentimento di esclusività, ma occorre che l’altro venga percepito come parte integrante del geloso.
Egli deve poter avere il completo controllo sul corpo, la mente e paradossalmente anche sui sogni del proprio partner “[…] spiano la moglie mentre dorme e al suo risveglio l’accusano di aver fatto sogni erotici”21. Implica una particolare forma di stabilire le relazioni con l’altro, dato che risulta saliente indagare le dinamiche e i processi con i quali la persona gelosa si relaziona con il partner e come la gelosia possa essere vissuta sia dal soggetto che la prova, sia dal partner che la subisce.
È importante indagare il vissuto emozionale della persona gelosa, ovvero cosa prova, come lo prova, per quanto tempo lo prova e come esperisce o soffoca questo sentimento che dilania le relazioni.
Caratteristiche delle persone gelose
I gelosi, mi riferisco a entrambi i sessi, hanno una spontanea convinzione che gli altri siano più bravi in fatto di competenze, più belli riguardo all’aspetto fisico, e concorrono con essi nonostante non si sentono mai all’altezza delle aspettative.
Le persone gelose, quindi, sono costantemente ossessionate dall’idea di un rivale dello stesso sesso che possa superarlo in qualche caratteristica. In realtà l’individuo geloso cerca di colmare un grande vuoto affettivo che pare essersi creato durante la sua prima infanzia nel rapporto che non si è instaurato correttamente con un primario.
La sua tendenza è quella di “fondersi” con l’altro per evitare una qualsiasi e dolorosa perdita.
Ciò viene trascritto anche dalla psicanalista M. Blévis:
“[…] fino a quando non riuscirà a individuare il momento esatto in cui questa perdita ha scavato in lui una ferita profonda, continuerà a temere le infedeltà future, perché non si sentirà mai degno di essere amato per quello che è. Per questo motivo il geloso, afflitto dalle sue insicurezze, è sempre pronto a credere che amanti e rivali si alleino contro di lui per farlo soffrire”
L’infanzia delle persone gelose è problematica
Allora una domanda sorge spontanea: in che modo la madre o le figure di riferimento lo hanno amato nei primi mesi di vita? Delineiamo qualche aspetto.
Partendo da alcuni pensieri comuni, spesso si confonde la gelosia con l’invidia, ma la distinzione è netta perché mentre la gelosia presuppone la paura di poter perdere colui che si ama, l’invidia consiste in un dolore per qualcosa che non si ha, e che possiede qualcun altro.
La gelosia infatti, a differenza dell’invidia, si organizza all’interno di una specifica triangolazione del rapporto.
Differenze tra gelosia e invidia (significato)
Si deve a Melanie Klein la distinzione tra invidia e gelosia:
“L’invidia è un sentimento di rabbia perché un′altra persona possiede qualcosa che desideriamo e ne gode – l’impulso invidioso mira a portarla via o a danneggiarla.
Inoltre l’invidia implica un rapporto con una sola persona ed è riconducibile al primo rapporto esclusivo con la madre.
La gelosia deriva dall’invidia e coinvolge perlomeno altre due persone; infatti si riferisce ad un amore che il soggetto sente come suo e che gli è stato portato via o è in pericolo di essergli portato via da un rivale.
Nel significato corrente di gelosia, un uomo o una donna si sentono privati della persona amata da una terza persona”.
C’è una condizione che sembra nascere da una relazione primordiale che l’individuo instaura con un primo significativo, che in questo caso è la madre: l’attaccamento sicuro è importante in quanto è condizione delle relazioni future, in particolar modo nel primo anno e mezzo di vita.
“Alcuni pensano che il geloso tipico sia stato vittima, nella prima infanzia, soprattutto di una relazione ansiosa-ambivalente”
Ciò sarà una delle possibili cause che tenderanno a riprodursi sempre e per il quale il partner verrà scelto e designato come inaffidabile, dato che sua madre lo era. “Da qui l’ambivalenza: la donna-madre è la persona che lo tormenta con la sua inaffidabilità, ma è anche la sola persona con cui lui potrà avere un rapporto profondo”.
Il rapporto con la madre della persona gelosa
La madre nell’ottica della psicoanalista è il primo elemento con il quale il bambino condivide il suo mondo sia fisico che psichico, un dato non trascurabile dal momento in cui il piccolo ha una relazione simbiotica con lei.
È come un oggetto che sente suo e che sfrutta per le sue necessità a causa della scarsità d’indipendenza psico-motoria. Il solo fatto di poter essere portato via da qualcun altro ingenera nel bambino sentimenti di gelosia.
Anche P. M. Spielmann condivide con la Klein questo pensiero, infatti afferma:
“Entra in gioco tipicamente la rivalità con una terza persona, il che evidenzia un aspetto cruciale della gelosia: essa si presenta in una situazione a tre, in cui il geloso teme che una terza persona si intrometta in una relazione a due e ne prenda possesso.”
Anche Spielmann in queste sue righe sembra confermare ciò che aveva esposto la Klein, ovvero che la gelosia a differenza dell’invidia presuppone un rapporto a tre.
Non possiamo ricondurre la causa della gelosia paranoide ad una sola prospettiva lineare incentrata sulla madre, ma è interessante conoscere ad esempio come in una rivista di M. Ventola riporta una differenza dalla gelosia triangolare, che viene definita da “Giannelli e Rabboni (1988) “gelosia poli-angolare”: cioè una condizione di sospetto nel quale l’attacco all’oggetto d’amore potrebbe potenzialmente giungere da qualunque luogo o angolo esistenziale.
Questa situazione può diventare particolarmente penosa, poiché il geloso inizia ad imporre a se stesso e al partner una serie di divieti e controlli tali da compromettere gravemente la libertà e l’autonomia personale di entrambi”.
La gelosia può determinare atteggiamenti violenti ed aggressivi
La gelosia, come detto, è un’emozione difficile da capire, dato che chi la prova ama l’altro ma allo stesso modo può assumere atteggiamenti violenti e aggressivi nei suoi confronti o sul potenziale rivale.
Comprenderla richiede comunque uno sforzo cognitivo o nella forma dell’immedesimazione del sentimento amoroso. Gli psicologi R. Carli e R. Paniccia hanno proposto il concetto di “neoemozione” come espressione di un modo di costruzione della relazione con l’altro a carattere ambivalente, perché il soggetto da una parte afferma di amare il proprio oggetto d′amore, dall′altro attende continue conferme e prove del suo amore.
Questo concetto rimanda proprio all’esternalizzazione delle emozioni, che non vengono vissute solo per via intrapsichica, ma anche in relazione con l’altro.
La scarsa autostima delle persone gelose
Chi ha un vissuto così intenso ha paura di perdere l’amore dell’altro, per cui di norma tende a cercare conferme del suo amore e allo stesso modo richiede di poterlo alleviare dalle paure di poter essere abbandonato per un possibile rivale.
Sembra che alla base di tale meccanismo si possa riscontrare un senso d’inferiorità e di vulnerabilità che porta inevitabilmente a livelli di angoscia che diventano insostenibili. Il soggetto geloso vuole conferme che derivino dall’esterno e questo è impossibile se in primo luogo l’individuo è insicuro di se stesso, di ciò che è e che può dare in un relazione. La vita affettiva, per l’appunto, si plasma intorno al bisogno di controllare la perdita temuta.
La gelosia amorosa di Mollon (significato)
Un’altra caratteristica degna d’importanza per studiare il problema preso in esame è il meccanismo che lo psicoanalista P. Mollon sottolinea nella gelosia amorosa, ovvero la combinazione della vergogna e gelosia, che si alimentano a vicenda come in una sorta di circuito senza fine; egli afferma che “la percezione di un rivale contiene l’idea di una propria inadeguatezza in confronto all’altro, e quindi suscita insieme vergogna e gelosia, che a sua volta crea altra vergogna e sentimento d’inadeguatezza, che alimentano ulteriormente la gelosia, e così di seguito”.
Differenze tra gelosia normale e patologica (significato)
La gelosia ha due caratteristiche entrambe riscontrabili nelle sindromi patologiche: quella difensiva o competitiva e quella offensiva e di controllo. Secondo M. Pacini (2012), la persona gelosa può mantenere il controllo su potenziali “concorrenti” che possono separarlo dalla persona che egli ritiene di sua proprietà. Cosa contraria invece nella gelosia offensiva, in cui la persona agisce in assenza totale o potenziale di concorrenti. Secondo lo psichiatra andrebbero indagati la modalità di pensiero e il comportamento del partner geloso.
Bisogna però saper distinguere la gelosia come sentimento normale e quella patologica. La gelosia cosiddetta normale e naturale è consapevole quando è contenuta nei limiti della percezione individuale.
La capacità di affrontare il lutto è determinante per superare la gelosia
In questo caso è naturale come il soggetto possa soffrire quando l’oggetto d’amore viene realmente perduto, ma questo sentimento di dolore che accompagna la gelosia tende ad attenuarsi con il tempo superando “il lutto” e rispettando le volontà e scelte di libertà dell’altro che sceglie di allontanarsi.
Ciò è insito in una personalità che ha raggiunto una maturità tale da permetterle di elaborare e quindi superare una fase di stress da perdita, che aumenta la probabilità di contare sulle proprie capacità di amare se stessi e l’altro e quindi di poter trovare un nuovo oggetto d’amore su cui canalizzare la propria attenzione. Queste capacità sono tipiche in chi ha vissuto in maniera adeguata le relazioni primarie, che di norma sono quelle istaurate alla nascita con il primo legame d’amore con la madre.
Le stesse sono utili per le relazioni che il soggetto avrà modo di sperimentare con il proprio partner.
L’attaccamento sicuro protegge dalla gelosia
Certezza e costanza di sentimenti alimentano l’attaccamento sicuro e la fiducia in sé, così come avevo affermato in precedenza riportando il pensiero di M. Klein. A tal proposito perciò sembra che la gelosia sia generata da una struttura di relazioni e di legami: tanto più saldi sono stati, tanto più il soggetto sarà sicuro di sé e della sua relazione, a discapito invece di chi non ha potuto sperimentare questa forma di attaccamento.
L’attenzione su questo aspetto è importante, dato che il legame instaurato con l’unica persona amata può condurre allo stesso tempo alla paura di poter perdere da un momento all’altro la cosa più cara che si possiede. Tutto ciò porta a generare una sorta di moto interno che induce a compiere gesti eccessivi e a volte anche disperati quando si percepisce la sensazione di qualcosa che si sta perdendo.
Ciò potrebbe essere legato ad un sentimento di possessività in cui la paura della perdita di ciò che si possiede in maniera esclusiva e assoluta, si fa sentire in maniera pervasiva e persistente sulla persona.
In tal modo “l’altro viene inteso come un oggetto del desiderio che soddisfa un bisogno atavico: voglio te e solo te. Spesso chi ne è affetto manifesta la sua gelosia in assenza di qualunque evento reale, di qualunque circostanza che possa giustificare un vissuto del genere”.
Il significato di gelosia patologica
La linea di demarcazione tra normalità e patologia è molto sottile perché la gelosia attraversa entrambi i versanti, che poi sfociano a diversi livelli. Rimane comunque una caratteristica innata e utile alla sopravvivenza, quindi necessaria alla specie umana.
L’attraversare il “confine” dipende dalle capacità di resilienza e di sicurezza, di fiducia nelle proprie capacità di amare e di poter essere amati, insite nell’individuo, e dalla capacità di poter superare eventualmente un “lutto” scaturito dalla perdita della persona amata.
Questi sentimenti sono essenziali perché alimentano la speranza di poter trovare un nuovo oggetto d’amore e di poter iniziare un nuovo e appagante cammino con un altro partner.
Il significato di gelosia normale
La normalità in questo caso la si scorge nell’individuo che non si priva della probabilità di perdere la persona amata, ma ha la capacità sana di affrontare la perdita e di poter andare oltre ciò che si è perduto, come si dice “il farsene una ragione”.
Ciò è tipico in chi ha sperimentato relazioni primarie di attaccamento sicuro, che a sua volta ha ingenerato un buon livello di fiducia di base. Ma tutto ciò non potrebbe mai essere sopportato da un geloso patologico perché il “suo” oggetto d’amore diventa come una sua proprietà. Lo stesso pensa costantemente alla paura di poterlo perdere, ha bisogno di essere rassicurato, confermato rispetto ai sentimenti che prova per lui e confortato rispetto alle sue false credenze. Ma ciò non basta per il geloso patologico, in quanto pretende di controllare l’altro nei comportamenti, pensieri, sentimenti; cercando di annullare la diversità e l’unicità del partner.
I danni della gelosia possessiva e delirante (significato)
Questo accade quando il geloso diventa possessivo e delirante.
Quindi quando vivi ogni forma di estraneità con sofferenza, angoscia, patimento.
Superi ed annulli i confini tra lui e l’altro, che diventa cosa in suo possesso, e in questo caso il soggetto diventa anche molto pericoloso e violento nei confronti del partner.
La domanda è: perché si scatenano tutte queste forme di controllo sull’altro? Probabilmente perché il geloso capisce che l’altro è un individuo che ha una propria soggettività e sul quale non potrà mai avere un controllo completo.
La sua libertà implica anche la sua possibilità di poter mentire e ciò è inammissibile dato che il geloso deve poter controllare l’altro come se fosse una pedina “un mio organo, che posso muovere a piacimento”.
Ci si addentra sempre più in una spirale di controllo e di possesso che tende a ripercuotersi sugli stessi individui e sulla relazione senza mai porvi fine: una spirale inguaribile che si aggrava sempre più per insediarsi nei meandri del pensiero paranoide, causa di un grave supplizio affettivo che nuoce al legame stesso e alla possibilità di poter stare insieme.
La relazione tra gelosia: divorzi, omicidi e vendette
Nei secoli scorsi la gelosia veniva utilizzata per capire e spiegare tanti comportamenti come divorzi, omicidi, vendette: quindi vi era un forte sentore collettivo che faceva da rinforzo.
Ad oggi invece la gelosia (significato) è un sentimento soggettivo che non condividi o rinforzi.
La demonizzi quando prende il sopravvento sulla persona per indurla a commettere azioni di particolare gravità ed efferatezza. Un sentimento che, invece, in epoche passate era considerato normale. Attualmente potremmo parlare di una “psichiatrizzazione delle passioni” quando questa tende a sfociare nella morbosità: la tendenza è quella di patologizzare tutto ciò che è oscuro a noi, ma che è parte integrante di noi.
Le distinzioni nel significato di gelosia normale e malata restano complesse
Ciò rende difficile rintracciare il sentiero che distingue la normalità dalla patologia. E’ il paradosso che si crea dato che non si può tracciare una linea netta tra le due ma piuttosto uno sfumare nell’uno o nell’altro senso. Compito dello psicoanalista è quello di rintracciare le cause della gelosia partendo dall’infanzia come prima analisi e poi addentrarsi nei meandri delle sue relazioni. Capire e provare retrospettivamente a “«calarsi nell’infanzia» del paziente, immaginarla e ritrovare le parole che ha perso”. In queste vesti si tende più a compatire la persona gelosa che a stigmatizzarla come il “carnefice”, perché molte volte i suoi tormenti derivano dalle sue fittizie fantasie angoscianti addentrandosi nel circolo vizioso delle sue paranoie; pronto ad accusare il partner di tradimenti mai avvenuti.
Questo articolo sul significato di gelosia è di Alexa Roscioli.
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