Come aumentare l’autostima del bambino
“L’ autostima è un fiore che va annaffiato ogni giorno” (Pasini, W. 2011).
L’autore afferma , infatti , che basta entrare a contatto con se stessi, ovvero esplorarsi senza mai giudicarsi ( come insegnano i grandi maestri della psicologia), per capire che la parola ‘autostima’ fa riferimento a qualcosa di molto reale che richiede tempi adeguati di sviluppo e di maturazione. L’autostima è sempre legata alla dinamica di crescita di personalità, a quel processo che Jung definiva ‘individuazione’, ovvero sano riferimento al proprio sé; conferma il fatto che questo è appunto un percorso, nessun individuo nasce con un corredo completo di individuazione e autostima, ogni fase della vita richiede un training, un lavoro individuale per il soggetto per arrivare ad un livello adeguato, stabile e duraturo di autostima. (1968)
In psicologia si definisce autostima il complesso sistema di valutazione che ogni persona ha maturato sul proprio conto. E’ evidente che il concetto di sé e di autostima sono intimamente collegati perché quando ci definiamo tendiamo a valutarci e non potremo valutarci se non ci conoscessimo. Nel concetto di sé prevale la tendenza alla comprensione dei fenomeni che ci riguardano, con l’autostima prevale la tendenza a dare una valutazione.
In generale si può affermare che la persona esprime una valutazione su se stessa confrontando il sé reale con il sé ideale,vale a dire stabilendo un rapporto tra come è in realtà e come dovrebbe essere. Più in particolare si può affermare che in questa valutazione rientra anche il confronto tra la situazione attuale e una molteplicità di standard non solo personali,ma anche sociali e minimali.
Pertanto la psicologia all’autostima attribuisce il significato di valutazione che una persona fa di Sé a partire da una prospettiva che ha di se stessa, di solito corrispondente allo standard proposto dalla società in cui vive.
Tale auto-valutazione si costruisce nel tempo durante l’età evolutiva a partire dalli impressione del proprio vissuto,formato da buoni risultati e insuccessi, da procedure differenti di comportamento e relazione con gli altri. Può essere una valutazione globale di Sé, ma anche più specifica, in base alle circostanze particolari della propria vita.
Il test TMA, per la valutazione multidimensionale dell’autostima in età evolutiva (Bracken, 2003) anche se viene utilizzato fino ai 19 anni, focalizza sei aree importanti in cui il soggetto valuta se stesso: area interpersonale, area del controllo dell’ambiente, area emotiva, area scolastica, area famigliare e area corporea. Sono aree rigorosamente associate tra loro, che poi nel complesso concorrono a dare la visione generale di se stessi.
Se prendiamo in considerazione l’area interpersonale, possiamo notare che il soggetto con una buona autostima interpersonale si valuta come una persona capace di intraprendere relazioni positive. E’ un soggetto che percepisce di essere stimato dagli altri, si percepisce gradevole ai pari, pensa di piacere e di essere interessante alla maggior parte delle persone. Ha molti amici, si sente ben inserito nel gruppo ed è propenso a conoscere persone nuove. Al contrario chi ha una bassa autostima interpersonale, si valuta come una persona incapace di intraprendere relazioni positive. E’ un soggetto che si sente poco apprezzato dai pari, si sente poco compreso e poco interessante. Ha pochi amici e frequenta sopratutto le persone che già conosce. Può provare spesso solitudine, si sente poco considerato e escluso dal gruppo.
Se osserviamo l’area del controllo dell’ambiente, notiamo che un soggetto che ha una buona autostima si valuta come una persona che ha il controllo della sua vita, non ha paura di mettere in luce la propria opinione. Ha fiducia nelle proprie capacità di generare dei cambiamenti nel mondo in cui vive. E’, quindi, tendenzialmente una persona attiva che dedica del tempo e delle energie per affermare gli ideali in cui crede. Si fissa degli obiettivi e cerca di raggiungerli.
Chi ha una bassa autostima si valuta come una persona incapace di avere controllo sugli eventi e sulla propria vita, ha paura di esprimere il proprio punto di vista perché ha timore di essere giudicata. E’ una persona passiva che ritiene inutile impegnarsi per sostenere gli ideali in cui crede. Il soggetto si sente pigro, poco stimolato e sfortunato.
Il soggetto con una buona autostima emotiva si valuta come una persona capace di riconoscere e governare le proprie emozioni; riconosce l’importanza di tutti i tipi di emozioni, ed è consapevole perciò di saper gestire sia quelle positive che quelle negative, riuscendo a mantenere un determinato equilibrio tra esse. Al contrario, il soggetto con bassa autostima emotiva si valuta come una persona che tende a sfuggire e a evitare le emozioni negative oppure a le vive con drammaticità. Si sente in balia delle proprie emozioni percependosi incapace di controllarne l’intensità.
Esaminando l’area scolastica, possiamo notare che il soggetto con buona autostima si valuta come una persona competente, in grado di affrontare con successo i compiti scolastici. Di solito riesce senza grandi difficoltà, si impegna fino a quando ottiene un risultato positivo. Un autostima scolastica alta permette al soggetto di vivere quella realtà con piacere e tranquillità, con la consapevolezza di essere apprezzato dai professori e dai suoi compagni. Il soggetto, invece, con bassa autostima in questa determinata area si valuta poco capace di affrontare i compiti scolastici, si sente poco motivato nell’affrontare i compiti scolastici perché crede di non riuscire a superarli.
Chi ha una buona autostima famigliare è felice e fiero della propria famiglia. E’ un soggetto che si sente amato e apprezzato così com’è dai propri genitori, si sente stimato e supportato nei momenti difficili che incontra nel proprio cammino di vita. Chi ha una bassa autostima famigliare, ritiene di avere dei cattivi genitori, incapaci di riconoscere e rispondere ai propri bisogni evolutivi e di garantire un contesto sereno e caloroso in cui crescere.
La sesta area riguarda l’area corporea, possiamo notare che il soggetto con una buona autostima valuta il proprio corpo in modo positivo, è soddisfatto del proprio peso e della propria forma; quindi, non sente la necessità di cambiare nessuna parte del proprio corpo. Al contrario invece il soggetto con bassa autostima valuta il proprio corpo in modo negativo. Non è soddisfatto della propria forma, del proprio peso e del proprio aspetto. Vorrebbe cambiare qualche parte del proprio corpo, ha paura di non essere accettato dagli altri; questo delle volte porta alcuni soggetti a trasformare, o perlomeno voler trasformare, il proprio corpo arrivando a rimedi drastici, provocando così dei problemi e delle malattie, che al giorno d’oggi sono sempre più frequenti, come l’anoressia, seguita dalla depressione.
di Ilaria Capozucca
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