
Come il Covid-19 ha cambiato la comunicazione non verbale
L’espansione del Coronavirus nel 2019 (COVID-19) ha determinato una crisi sanitaria globale che ha avuto un profondo impatto sul modo in cui comunichiamo con i pazienti e i loro parenti.
Ha impsoto nuove necessità di isolamento e distanziamento sociale.
I medici e gli infermieri, per essere efficaci nella loro comunicazione, devono considerare:
Come il Coronavirus ha influenzato la comunicazione non verbale
- le espressioni facciali sono di ridotta visibilità per via dei dispositivi di protezione individuale. Questo ostacola in parte la comunicazione di vicinanza e delle emozioni dell’operatore sanitario
- il distanziamento sociale impone delle regole di prossemica differenti ed inusuali
- volume e l’uso della voce è limitato
- contatto visivo ridotto
Questi elementi sono determinante nel lavoro di medici ed infermieri in quanto gestire le emozioni è importante quanto trasmettere informazioni sulla diagnosi e sulla prognosi.
Allo stesso tempo è molto importante saper riconoscere le emozioni per creare fiducia e stabilire alleanze terapeutiche.
Che cos’è la comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale si basa su:
- contatto visivo
- postura
- tono della voce
- testa
- gesti
- postura
Questi elementi hanno il ruolo di creare empatia e dunque risultati migliori nella comunicazione tra medici, infermieri, pazienti e familiari dei pazienti. Allo stesso modo la comunicazione del personale medico può migliorare grazie ala comunicazione non verbale.
Comunicazione clinica efficace con la famiglia in terapia intensiva
I parenti di pazienti critici hanno un rischio elevato di sviluppare sintomi psicologici legati:
- stress traumatico
- ansia
- depressione
Una riduzione dell’efficacia della comunicazione non verbale può ingenerare sentimenti di ansia, incertezza e confusione non solo nello staff ma anche nei familiari dei pazienti.
Riconoscere le emozioni le famiglie dei pazienti provano quando sono isolate da quelle che amano nella vita e che spesso stanno morendo è di fondamentale importanza.
Il personale medico dovrà imparare a farlo senza guardare le famiglie negli occhi, senza la possibilità di offrire conforto attraverso un abbraccio, il tocco di una mano o l’amore attraverso il pianto con loro.
La comunicazione avviene così via telefono, videochiamata o e-mail e i medici hanno l’obiettivo sfidante di compensare queste lacune comunicative significative attraverso altri strumenti non verbali come il tono della nostra voce, pausa e flessione.
La comunicazione delle bad news nel caso di Coronavirus
Comunicare le bad news in ambito sanitario è di fondamentale importanza ed è per questo che abbiamo preso parte ad un Progetto Europeo sul tema.
Questo progetto rilascia un manuale gratuito di 400 pagine sul tema che ti insegna a migliorare la comunicazione nei casi tragici di morte o malattia grave
La comunicazione deve essere inequivocabile, veritiera, ragionata e adeguata alla capacità del destinatario di comprendere il proprio stato emotivo e la propria situazione di vita, con particolare attenzione alla fragilità, suggerendo speranza non creando o incoraggiando aspettative non realistiche, ricostruendo le preferenze e i valori del paziente in modo da rispettare la loro autonomia
Questa percezione della partecipazione autentica da parte dell’operatore sanitario nel corso del trattamento è particolarmente importante quando un paziente muore e può influenzare l’intero processo del dolore.
L’elaborazione del lutto può essere facilitata dall’aiuto di uno psicologo che è la professione di supporto per tutti quegli effetti collaterali. Effetti come ansia e depressioni possono aiutare il paziente e le famiglie nel far passare il dolore.
Allo stesso tempo, gli psicologi possono supportare una riduzione dello stress emotivo degli operatori sanitari.
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