La relazione mente corpo nello sport: mens sana in corpore sano

Articolo di Daniela Moschetto

Praticare regolarmente un’attività fisica è una delle abitudini migliori in grado di garantire il benessere fisico. Ricerche scientifiche dimostrano come lo sport sia anche una cura efficace contro stress, ansia e depressione.

Chi decide di seguire un’attività fisica ha come obiettivo quello di sentirsi meglio, migliorare il proprio aspetto, prevenire malattie. In giuste dosi, se praticata regolarmente, l’attività fisica ha degli effetti positivi sulla nostra psiche e sul nostro organismo.

Lo sport ha la capacità di far accrescere la fiducia in noi stessi, di rafforzare l’autostima: qualità che ci rendono più forti mentalmente e fisicamente.

Lo sportivo mantiene in questo modo, un atteggiamento sempre positivo nei confronti delle difficoltà della vita, e affronta ostacoli e sfide con determinazione e ottimismo.

La nostra mente è in continua connessione con il nostro corpo e con l’ambiente che ci circonda: l’armonia che riusciamo a realizzare tra questi aspetti sarà il risultato del nostro benessere psico-fisico.

È la psicologia dello sport che studia atleti professionisti o dilettanti di sport con l’obiettivo di far emergere i meccanismi mentali volti al miglioramento della prestazione sportiva ed il benessere generale. Essa considera:

lo studio della personalità, ossia:

l’insieme dei comportamenti appresi dall’individuo, derivati dalle esperienze passate ed è in grado di determinare in qualche modo il comportamento presente e futuro (Watson, 1930)., I tratti di personalità vengono considerati come qualità personali, caratteristiche interne all’individuo (Allport, 1966), motivi, bisogni, abilità, temperamento e valori che determinano il comportamento osservabile (Korchin, 1976).

I principali tratti di personalità di uno sportivo sono:

  • L’autocontrollo,
  • Il successo
  • Il senso di dominio
  • La socialità.
  • L’auto-accettazione
  • • Il narcisismo
  • L’auto-affermazione.

i fondamenti psicologici delle capacità motorie

ricordiamo che Il movimento corporeo è una delle manifestazioni dell’intera personalità, poiché chiama in causa, contemporaneamente, strutture psicologiche ed organiche. Il movimento è strutturato in schemi motori di base e schemi posturali.

Queste capacità possono essere sviluppate e migliorate tramite esercizi. Le capacità motorie sono divise in: condizionali e coordinative.

Per acquisire una qualunque abilità sportiva è necessario migliorare e sviluppare gli schemi motori di base e posturali, le capacità condizionali e coordinative dalla cui interazione prendono vita abilità motorie generali e, attraverso un allenamento specifico, si acquisiscono le abilità sportive.

la preparazione alle gare

esperienza individuale che concerne l’allenamento fisico, tecnico, tattico/strategico e mentale/psicologico. Attraverso l’allenamento mentale, secondo (Muscat, 2004),  gli atleti possono reagire automaticamente durante le gare, riescono a collegarsi ai propri pensieri e sensazioni, prevengono lo stress derivante dalla mancanza di controllo, controllano l’ansia pre-gara, riducono al minimo le decisioni non necessarie e i dettagli irrilevanti.

In un programma di allenamento mentalesono importanti :

– la conoscenza dei motivi che portano l’atleta a fare una determinata attività;

– la conoscenza dello stato ideale dell’atleta (condizione fisica, fisiologica e psicologica);

– la comprensione delle capacità di gestione dell’energia;

– l’uso corretto delle tecniche di visualizzazione.

Secondo  gli autori Bull, Albinson e Shambrook, (1996), è utile strutturare una lista del programma di allenamento mentale, bisognerebbe:

  1. Definire tutti gli impegni già esistenti e riportarli su una tabella che rappresenta una settimana (es.: lavoro, allenamenti, tempo libero da dedicare alla famiglia, gare, ecc.).
  2. Identificare dei momenti liberi all’interno della settimana (mentre si viaggia sui mezzi pubblici, mentre si fa il bagno, durante le pause dell’allenamento, quando si sistema l’attrezzatura, ecc.).
  3. Annotare il numero necessario di allenamenti mentali settimanali;
  4. Individuare i momenti da dedicare all’allenamento mentale;
  5. Compilare un programma di allenamento mentale, aggiungendolo alla prima tabella.

 

la selezione degli atleti

che tiene conto della fase evolutiva e delle risorse di ogni atleta. Punta a migliorare il potenziale di esso permettendo l’incremento delle sue risorse fisiche e psicologiche.

la psicologia del gruppo e del singolo sportivo

considerando che il gruppo è un team di persone che puntano al raggiungimento di un obbiettivo, e che per arrivarci sviluppano dinamiche quali la coesione, la fiducia e la leadership, spesso contrastate da forme di scarsa comunicazione, competizione inadeguata, e sfiducia nelle potenzialità dei compagni., mentre il singolo soggetto sportivo stabilisce i suoi obbiettivi con  l’allenatore che lo guiderà al potenziamento fisico e mentale.

la psicologia dell’allenamento, che valuta:

  1. la partecipazione attiva dell’atleta
  2. la consapevolezza
  3. la verità, nell’esecuzione dell’esercizio
  4. recupero psicologico

– la psicologia della competizione

ove è importante ricordare chela competizione è parte integrante anche delle più apparentemente inoffensive conversazioni di tutti i giorni, e che ci permette di essere ambiziosi e raggiungere gli obiettivi quando è presente in giuste dosi.

Quando si eccede o non la si gestisce rende difficile non solo apprezzare se stessi ma anche gli altri, ritenuti rivali o antagonisti, rischiando di sviluppare stress, ansia e paure.

In ambito sportivo impedisce di raggiungere gli obiettivi che un squadra si prefigge e non permette ne al singolo ne al gruppo di godere delle proprie perfomance, impedendo anche la crescita personale e del gruppo.

È importante, infatti, comprendere che dosi eccessive di competizione non ci permettono di visualizzare il vero scopo delle nostri azioni, annullando lo stato di benessere delle nostre attività, alienando interamente il vero potenziale di ognuno di noi.

Pertanto pare essere molto efficace assimilare il concetto di sfida come motivazione e crescita, accettando i nostri limiti e godendo dei nostri punti di forza.

lo stato mentale della prestazione d’eccellenza

definito come un’esperienza caratterizzata da un vissuto di spontaneità e naturalezza, con totale assorbimento in ciò che sta accadendo, che si accompagna ad un senso di potenza e di soddisfazione profonda, in altre parole uno “stato di grazia”, (G. Vercelli e M. Chisotti, 2011).

 

Muoversi migliora il benessere fisico e mentale, energia, ottimismo, allegria ed euforia; potenzia le motivazioni, ci rende ottimisti, positivi, favorisce un senso di soddisfazione, ci aiuta a dormire meglio, alza la nostra soglia del dolore, aumenta la nostra concentrazione e l’apprendimento.

L’espressione benessere si identifica all’interno di una filosofia di vita, che vede noi stessi come responsabili attivi di quel processo volto ad aumentare e migliorare il nostro stato di salute.

Si tratta, infatti, di intervenire consapevolmente e in prima persona, per migliorare quegli aspetti della nostra vita che non ci soddisfano.

Praticare attività sportiva aiuta a distrarsi dai pensieri ansiogeni, ad interrompere la ruminazione mentale ed a mantenere l’attenzione focalizzata esclusivamente sull’esperienza corporea.

Questo meccanismo è affine alle pratiche meditative, dove, portando l’attenzione sul respiro ad esempio, si distoglie la mente dalle sue quotidiane “occupazioni”, svuotandola, per qualche tempo, dai pensieri più negativi.

La parole zen deriva dal cinese ch’an, a sua volta dal sanscrito  dhyana, che significa meditazione.

In oriente il termine meditazione indica l’incontro con se stessi attraverso la liberazione dal pensiero conscio, dall’attività logica della mente.

Questo processo cambia la percezione dell’ambiente esterno inducendo ad una profonda calma e ad una estensione percettiva.

Meditare indica essere il proprio corpo, per capirsi nel profondo, svuotare la mente, accedere a ciò che di vero esiste in noi.

Qualcuno riesce a fare ciò correndo.

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