Resilienza: una definizione

di Marijana Milotic

Argomento di questo capitolo è la resilienza, un termine poco usato nella lingua italiana ma che non ha sinonimi in grado di rimpiazzarlo. Viene dalla fisica il termine resilienza, recentemente entrato a far parte del linguaggio psicologico, il quale individua semanticamente l’antidoto allo stress: la capacità di un materiale di resistere a un urto improvviso e di sopportare sforzi applicati bruscamente senza spezzarsi e senza propagare incrinature.

Il termine deriva dal latino resalio,che significa saltare, rimbalzare, per estensione danzare. In particolare, la resilienza è la capacità di un materiale di sopportare sforzi applicati bruscamente, senza rompersi e senza che si propaghino fessure al suo interno. La resilienza non è solo resistenza ma evoca proprietà di flessibilità e adattamento.

In ambito psicologico può essere definita come il processo che permette la ripresa di uno sviluppo possibile dopo una lacerazione traumatica e nonostante la presenza di circostanze avverse. E’ la capacità umana di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne rinforzato o, addirittura, trasformato.

Definirla come semplice resistenza sarebbe infatti riduttivo perché alla resistenza passiva, la resilienza aggiunge una dimensione dinamica oltre che positiva: la capacità di fronteggiare e di ricostruire.

Il termine resilienza viene normalmente usato sia nella lingua francese (résilience) che in quella inglese (resilience) per indicare un tratto della personalità composito, in cui convergono fattori di varia natura-ognitivi, emotivi, familiari, sociali, educativi, esperenziali, maturativi che con la loro azione congiunta mobilitano le risorse dei singoli, dei gruppi e delle comunità. In questo senso l’azione della resilienza può essere paragonata all’azione del sistema immunitario con cui il nostro organismo risponde alle aggressioni dei batteri. Di fronte agli stress e ai colpi della vita, la resilienza dà infatti luogo a risposte flessibili che si adattano alle diverse circostanze ed esigenze del momento.

In genere la psicologia si è confrontata con le crisi e con la difficoltà di superarle, guardando a una terapia a posteriori volta a compensare i traumi subiti. Esiste però anche una psicologia preventiva, che mira a dar fiducia e ad attivare quei meccanismi che possono trasformare ognuno in un terapeuta di se stesso. Conoscere questi meccanismi è già un primo passo per poterli applicare quando se ne presenta la necessità e mettere in atto quella che potremmo anche definire l’arte di risollevarsi.

Due sono le condizioni necessarie e sufficienti per identificare la dinamica del processo di resilienza:

1. l’intervento di una condizione altamente stressante, potenzialmente traumatizzante;

2. la conseguente evoluzione positiva in termini di benessere psico-sociale.

L’esito positivo in termini di accrescimento del benessere personale, rappresenta quindi un elemento costitutivo e non accessorio del processo di resilienza.
Se si considerano gli elementi che la caratterizzano, la resilienza risulta in gran parte iscritta nel nostro patrimonio genetico; ma ha anche la capacità di svilupparsi nel corso dell’esistenza, di rafforzarsi e di indebolirsi a seconda delle esperienze che si vivono soprattutto negli anni infantili, nel proprio ambiente, a contatto con le proprie figure di attaccamento o in loro assenza.

La resilienza del bambino e dell’adulto possono essere rafforzate da un allenamento specifico, contatta uno psicologo per rafforzare le tue capacità di gestire lo stress.

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