Soddisfazione lavorativa e motivazione secondo Taylor: l’importanza del denaro

di Antonella Matichecchia

Agli inizi del ‘900 l‘approccio degli studi sulla soddisfazione era influenzato e limitato nella sua ricerca dalla teoria dell‘organizzazione scientifica del lavoro di Frederick W. Taylor (1916), secondo il quale la motivazione dei lavoratori deriverebbe dalla retribuzione e (cosa che però non verificò) che esisterebbe una relazione tra soddisfazione al lavoro e produttività. Taylor credeva che sia l‘organizzazione che i lavoratori volessero il benessere e reputava costruttivo in questo senso due presupposti: la pianificazione del lavoro, con conseguente diminuzione della fatica e aumento dell‘efficienza, e la retribuzione a cottimo, che avrebbe stimolato la produttività.

Questa visione dell‘organizzazione del lavoro e del suo funzionamento allontanò per molto tempo la ricerca dallo studio degli atteggiamenti coinvolti nel mondo organizzativo e nel rapporto dell‘uomo con il suo lavoro, permeando anche le discussioni sulla soddisfazione e sul comportamento dei lavoratori. Taylor (1917,p.31) riteneva che la motivazione dei lavoratori fosse dovuta prevalentemente dal loro interesse per il denaro. Veniva ipotizzato che la maggior parte delle situazioni soddisfacenti fossero quelle nelle quali i lavoratori avessero potuto ottenere una dignitosa retribuzione ma senza sforzo eccessivo.

La motivazione al lavoro è sostenuta fondamentalmente dagli aspetti riguardanti la retribuzione e gli incentivi di natura economica. Taylor considera la progettazione dei compiti come un ulteriore strumento di facilitazione motivazionale.

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