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Come gestire lo stress

Articolo di Irena Semi

Una persona è in condizione di stress quando non riesce a soddisfare i suoi bisogni e le sue aspirazioni.

Le richieste, poste dal contesto o dall’individuo stesso, superano infatti le abilità di coping dell’individuo; tali ostacoli possono essere limitati nel tempo o durare a lungo; in tutti i casi la persona sperimenta una condizione di tensione.

Il ricercatore e fisiologo canadese Hans Selye distingue quattro tipi di stress:

  1. iperstress: o sovrastress, si verifica quando il carico emotivo è eccessivo e l’individuo non è in grado di elaborare la situazione (ad esempio quando al lavoro si svolge un compito in cui si sta mettendo più delle energie che si ha e anche usciti dal lavoro ci si sta pensando ancora);
  2. ipostress: o sottostress; non è uno stress legato al sovraccarico delle emozioni, ma l’opposto; è legato alla noia, alla poca motivazione, e colpisce soprattutto le persone con una spiccata creatività, che devono avere sempre a che fare con qualcosa di nuovo; nel momento in cui invece si ritrovano a dover fare un lavoro ripetitivo, vedono la propria creatività bloccarsi e incominciano a soffrire di questa forma di stress;
  3. eustress: lo stress cosiddetto positivo, quello che dà la forza per raggiungere i propri obiettivi, motivando e manifestandosi come risposta adattiva;
  4. distress: a differenza dell’e ustress questa forma è molto negativa, e si verifica in risposta ad una minaccia, spesso provocando paura e paralizzando, inibendo l’azione.

Il processo che porta alla percezione dello stress viene definito General Adaptation Syndrome, e si sviluppa in tre stadi.

  1. Reazione d’allarme: il corpo percepisce una situazione debilitante, non sempre come una sensazione cosciente, ma piuttosto sotto forma di sintomi fisici, ad esempio cefalea, disturbi gastro-intestinali, malattie della pelle, eccetera. In questa fase è chiara la discrepanza tra le risorse che l’individuo ritiene di possedere e la richiesta posta dagli eventi esterni.
  2. Resistenza: è la fase nella quale l’individuo oppone tutta la propria forza all’emergere delle sensazioni negative, spesso quella più lunga; lo stress viene tenuto sotto controllo in uno stato di precario equilibrio; sono presenti ansia, tensione, fatica.
  3. Esaurimento: la persona si sente in preda a dolore e a sentimenti negativi; cede e non riesce più a fare fronte efficacemente alle richieste e ad adattarsi agli stimoli esterni ed interni, sia dal punto di vista fisico che emotivo.

La reazione positiva allo stress e quindi la sua gestione possono avvenire durante la seconda fase. Nella fase di resistenza infatti:

  • è possibile decidere se prendere una qualche iniziativa, se e quando possibile, per cambiare la situazione;
  • può avvenire un insight che aiuti a comprendere che cosa sta succedendo;
  • l’individuo, coscientemente o non, rifiuta di capire ciò che sta avvenendo, chiudendo la mente a ulteriori spiegazioni, vissute come troppo pericolose.

Visti gli elevati livelli di stress della società moderna e il modo in cui possono incidere sulla salute fisica ed emotiva, la capacità di gestione dello stress è certamente una risorsa importantissima da possedere. Uno degli ingredienti fondamentali per gestire lo stress è saper riconoscere la sua fonte e saperla controllare; questo è possibile cambiando stile di vita, effettuando mutamenti nell’ambiente e tramite tecniche di rilassamento.

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